giovedì, Maggio 1, 2025

Guy Ritchie sbarca su Netflix con “The Gentlemen”

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Guy Ritchie sbarca su Netflix con la serie TV “The Gentlemen“, uno spin-off ispirato all’omonimo film del 2019.

La storia

La trama ruota attorno a Edward Horniman (Theo James), ufficiale dell’esercito, richiamato in Inghilterra a causa dell’aggravarsi delle condizioni di salute del padre, il Duca di Halstead. Eddie scopre, dal testamento, di essere l’erede del titolo e del patrimonio di famiglia, sebbene secondogenito, mentre il suo incompetente fratello maggiore Freddy (Daniel Ings) è escluso da tutto.

A sorpresa si scopre che il defunto lord era coinvolto in affari con una famiglia di criminali specializzata nella coltivazione e vendita di marijuana, nel sottosuolo della tenuta di famiglia.

Le persone o sopravvivono nella giungla o esistono nello zoo

the gentlemen

Guy Ritchie torna nella sua comfort zone

Guy Ritchie sembra tornare nella propria “comfort zone”, dove si sente di esprimere la stessa libertà artistica che lo aveva reso celebre con “Snatch”, “Lock & Stock”, e “RocknRolla” al pubblico mondiale, riproponendo come genere il gangster movie ma anche una crime comedy sulla malavita britannica.

Sparatorie, estorsioni, risse, scontri tra boss della droga, “The Gentlemen” offre allo spettatore un susseguirsi di storie violente e surreali, in cui vengono presentati personaggi sopra le righe, disturbati che tipicamente prendono vita nelle opere di Ritchie a partire dagli outfit, dai soprannomi e da uno slang marcato e caricaturale.

L’abito fa il monaco, anzi, un gentlemen

L’aristocrazia inglese, anacronistica e decadente come le proprie spoglie e desolate tenute, è messa in risalto da personaggi squinternati, mescolati bene con gli altri membri della malavita, tanto da confonderne il ceto sociale, allo stesso modo anche etnie e provenienza non hanno distinzioni, “qui i russi siedono felicemente accanto agli ucraini”. ”The Gentlemen” è il racconto di nobili ormai quasi decaduti, (con tanto di tassa di successione incombente) che si adattano con naturalezza all’ambiente criminale.

Il regista britannico, con pregi e difetti, riporta in auge un discorso cinematografico a cui è legato, con un montaggio frenetico, disseminando tocchi meta-cinematografici (come le scritte sullo schermo), una colonna sonora brit-pop, quindi tutti elementi di cui si potrebbe dire che “l’abito fa il monaco,” anzi, un gentleman.

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