venerdì, Maggio 2, 2025

“Antonia”, la serie sollievo per l’identità, non solo femminile

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Chiara Martegiani è Antonia nell’omonima serie uscita su Prime Video il 4 Marzo.

La serie è in collaborazione con Rai Fiction e prodotta da Fidelio e Groelandia, è disponibile dal 4 marzo. Con i suoi sei episodi, “Antonia” (Chiara Martegiani, ideatrice e protagonista) è scritta a sei mani e con un gran senso del tempo e dei tempi da Elisa Casseri, Chiara Martegiani e Carlotta Corradi, diretta in maniera ottima da Chiara Malta, con la supervisione creativa e l’interpretazione di Valerio Mastrandrea. Il cast di Antonia è un corpo omogeneo ed ogni personaggio possiede un’identità tridimensionale e vera: la migliore amica Radiosa (perfetta Barbara Chichiarelli), la sua agente Gertrude (Hildegard Lena Kuhlenberg, di un’altra dimensione), Manfredi (il sempre poliedrico Valerio Mastrandrea) e tanti altri splendidi personaggi ed interpreti.

La storia

Antonia compie trentatré anni e, dalla sua festa, la vita le precipita come una valanga: lascia il suo compagno Manfredi, litiga con la sua migliore amica Radiosa, abbandona il suo lavoro da attrice mai protagonista, fa un incidente, finisce in ospedale, scopre di avere l’endometriosi.

Da queste macerie, tutte raccattate con zero dramma e moltissima pungente ironia, Antonia lima le aspettative sue e degli altri, scappa solo per incontrarsi e ricostruisce la versione più fedele della sua identità, fino a trasformarsi nella sua persona.

Le persone o sopravvivono nella giungla o esistono nello zoo

Antonia_popcornclub
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Tutto in una notte

Antonia è verissima, è un personaggio senza sovrastrutture e la capacità interpretativa di Chiara Martegiani si espande dal primo all’ultimo minuto, facendo ben sperare che ce ne siano altri, di minuti dedicati alla serie.

In una notte senza freni in cui si incontra e si racconta le cose esattamente come stanno, Antonia ricomincia.

Un sollievo per l’identità

A proposito di cose, quella che le riesce meglio è essere insolente e impossibile da tenere lontana allo stesso tempo. Il ritmo del racconto, dei dialoghi, della sincerità narrativa e mai didascalica della storia restituisce la sensazione di salire sulle spalle di Antonia e di camminare, scalare le montagne, precipitare e saltellare con lei che cresce e smette di scappare. Antonia è sollievo per l’identità (non solo femminile), è respiro senza vestiti stretti, è un processo autentico e di riconoscimento. Smette di scappare Antonia e si incolla al pavimento con la dignità di chi si ferma, per guardare in faccia ed accarezzare la propria fragilità (anche quando questa somiglia ad una gallina, sì).

Antonia è un viaggio dell’eroe, anzi, di un’eroina. È un processo di trasmigrazione lento, complesso, ironico e vero, strutturato intimamente e restituito al pubblico con leggerezza e una necessaria sfacciataggine (finalmente).

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